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m-cu

Nel sistema Comstock-Needham è il nome abbreviato con cui viene indicata una nervatura trasversa che si estende tra la Cubito e la Media (Comstock, 1918a). L'identificazione di questa vena nei Ditteri è soggetta a interpretazioni discordanti:
- Secondo l'interpretazione di Comstock, i Ditteri perdono, come condizione primitiva, la quarta ramificazione della Media e presentano il ramo anteriore della Cubito diviso in due rami (generalmente denominati CuA1 e CuA2 nella letteratura recente). Nei Ditteri inferiori (Nematocera e Orthorrhapha), in genere, m-cu è una vena trasversa che connette il ramo CuA1 sensu McAlpine (1981) con il ramo M3 in corrispondenza della cellula discale (Comstock, 1918b; McAlpine, 1981; Merz & Haenni, 2000; Cumming & Wood, 2009). Per quanto concerne i Ditteri superiori, Comstock interpretava la semplificazione della venatura alare con la confluenza e la fusione di Cu1 (CuA1 sensu McAlpine, 1981) con M3 e la conseguente la scomparsa di m-cu con l'evoluzione della venatura (Comstock, 1918b). McAlpine (1981) interpreta invece questa semplificazione con la scomparsa di M3 e della vena trasversa m-m. Pertanto sostiene la presenza, come condizione primitiva dei Ditteri superiori, di due medio-cubitali trasverse, una prossimale, denominata bm-cu o medio-cubitale basale, e una distale, denominata dm-cu o medio-cubitale discale (McAlpine, 1981; Merz & Haenni, 2000; Cumming & Wood, 2009; Cerretti, 2010).
- Secondo l'interpretazione di Tillyard (1926), i Ditteri mantengono come condizione primitiva la suddivisione della Media in quattro rami e presentano il ramo anteriore della Cubito non ramificato (indicato in letteratura come CuA o Cu1). Da questa interpretazione segue una differente denominazione delle nervature e, in sostanza, la vena trasversa m-cu si identifica con la prima sezione di CuA1 sensu McAlpine (Alexander, 1919; Colless & McAlpine, 1970; Saigusa, 2006).
- L'interpretazione di Hennig (1954) si accorda sostanzialmente con l'ipotesi di Comstock (1918) sulla biforcazione del ramo anteriore della cubito e della coalescenza della prima branca con M4, tuttavia adotta una terminologia che mantiene il riferimento a M4 e attribuisce alle nervature trasverse in rapporto alle cellule chiuse della regione remigante una denominazione specifica. La vena che collega il ramo M4 (CuA1 sensu McAlpine, 1981) alla sezione basale della media è indicata con il nome tb. Nei Ditteri inferiori, questa vena si identifica con m-cu sensu Comstock e McAlpine e con la sezione prossimale di M4 sensu Amorim & Rindal. Per i Ditteri superiori si identifica invece con la vena bm-cu della terminologia sensu McAlpine.
Sinonimi:
- M-Cu (Merz & Haenni, 2000);
- medio-cubitale (McAlpine, 1981; Merz & Haenni, 2000; Cumming & Wood, 2009);
- tb sensu Hennig (1954).

m-m

Nel sistema Comstock-Needham è il nome abbreviato con cui è indicata la nervatura trasversa che connette i rami M2 e M3 della Media e chiude distalmente la cellula discale (Comstock, 1918a; McAlpine, 1981; Cumming & Wood, 2009). La presenza come condizione primitiva nei Nematoceri e nei Brachiceri inferiori è riconosciuta da tutti gli Autori, mentre diverse sono le interpretazioni per quanto concerne i Ditteri superiori:
- Secondo l'interpretazione di McAlpine (1981) la presenza della nervatura m-m è un carattere primitivo proprio dei Ditteri inferiori a causa della scomparsa del ramo M3 nei Ditteri superiori. La nervatura trasversa generalmente presente nei Ditteri superiori è indicata con la denominazione dm-cu ed è ritenuta non omologa della vena m-m (McAlpine, 1981; Merz & Haenni, 2000; Cumming & Wood, 2009).
- Secondo l'interpretazione di Comstock (1918b), nei Ditteri superiori il ramo M3 si fonde con Cu1a (CuA1 sensu McAlpine), pertanto la vena trasversa m-m si conserva in tutto l'ordine.
- Secondo il sistema Tillyard, la vena che posteriormente delimita la cellula discale nei Ditteri superiori è interpretata come fusione dei rami M3 e M4, pertanto la vena trasversa dm-cu sensu McAlpine (1981) sarebbe a tutti gli effetti omologa della vena m-m dei Ditteri inferiori. In letteratura, tuttavia non ho trovato riferimenti a questa interpretazione nel caso dei Ditteri superiori.

Sinonimi:
- im, vena trasversa intermediana (Tillyard, 1919);
- i-m (Colless & McAlpine, 1970);
- M-M (Merz & Haenni, 2000);
- M2-M3 (McAlpine, 1981);
- mediale (agg.) (Servadei et al., 1972; McAlpine, 1981; Merz & Haenni, 2000; Cumming & Wood, 2009);
- tp (Hennig, 1954; Matile, 1993).

M

Nel sistema Comstock-Needham è il nome abbreviato con cui viene indicata la quarta nervatura longitudinale in senso antero-posteriore, posizionata fra Cu e R, nella parte mediana della membrana (Comstock, 1918a; Colless & McAlpine, 1970; Servadei et al., 1972; McAlpine, 1981; Tremblay, 1985; Matile, 1993; Merz & Haenni, 2000; Amorim & Rindal, 2007; Cumming & Wood, 2009; Cerretti, 2010).
Nei Neoptera, secondo l'interpretazione più diffusa, questa nervatura deriverebbe dal ramo posteriore di una primitiva mediana, di cui l'anteriore, MA, sarebbe ridotto secondo differenti interpretazioni ad una breve trasversa o ad una piega trasversale posizionata nella regione ascellare dell'ala (Colless & McAlpine, 1970; McAlpine, 1981; Merz & Haenni, 2000; Cumming & Wood, 2009). La denominazione "M" sostituirebbe pertanto quella più appropriata di "MP" (Colless & McAlpine, 1970; McAlpine, 1981; Matile, 1993). Secondo una differente interpretazione, invece, il ramo anteriore di questa primitiva mediana si sarebbe fuso con la vena R5 (Hennig, 1954).
Per quanto concerne i Ditteri, nel sistema Comstock-Needham, la suddivisione in quattro rami (M1, M2, M3, M4) si è persa a causa della fusione del quarto ramo con la vena CuA1 (Hennig, 1954; McAlpine, 1981; Merz & Haenni, 2000; Cumming & Wood, 2009).
Secondo l'interpretazione di Tillyard, 1926, invece, il quarto ramo, M4, è distinto dal ramo anteriore della Cubito (CuA) e quest'ultimo non si ramifica. Questa seconda interpretazione è stata in passato condivisa da Alexander (1919, 1929) e Colless & McAlpine (1970), ma è sostenuta anche da altri Autori nella letteratura recente (Byers, 1989; Krzemiński & Judd, 1997; Saigusa, 2006; Amorim & Rindal, 2007).
In assenza di ramificazioni, condizione ricorrente nella generalità degli Schizofori, la nervatura è indicata in letteratura con M, M1, M1+2 (Hewitt, 1914; McAlpine, 1981; Cumming & Wood, 2009; Cerretti, 2010)
Come sinonimo del nome abbreviato, Comstock (1918a) propose anche la denominazione Media sensu Redtenbacher (1886), ampiamente usata in letteratura.
Sinonimi:
- discale sensu Schiner (Alexander, 1929); Colless & McAlpine, 1970);
- m (Hennig, 1954);
- Media (sost.) o mediana (agg.) sensu Redtenbacher e Comstock (Comstock, 1918a; Servadei et al., 1972; McAlpine, 1981; Tremblay, 1985; Matile, 1993; Merz & Haenni, 2000; Cumming & Wood, 2009);
- MP (McAlpine, 1981; Matile, 1993);
- nervatura mediale (Hewitt, 1914);
- quarta longitudinale sensu Schiner (Alexander, 1929);
- quarta longitudinale sensu Williston, limitatamente ai primi due rami (Colless & McAlpine, 1970).

M1

Nel sistema Comstock-Needham è il nome abbreviato con cui si indica la prima ramificazione, in senso antero-posteriore, della vena M (Colless & McAlpine, 1970; McAlpine, 1981; Tremblay, 1985; Matile, 1993; Merz & Haenni, 2000; Amorim & Rindal, 2007; Cumming & Wood, 2009).
Negli Schizophora e in altre linee dei Cyclorrhapha, M è indivisa e M1 si identifica con essa (McAlpine, 1981; Cumming & Wood, 2009; Cerretti, 2010). Tuttavia ricorre anche l'identificazione dell'unico ramo terminale di M con M1+2 (Hewitt, 1914; Cumming & Wood, 2009).
Sinonimi:
- m1 (Hennig, 1954);
- MP1 (Matile, 1993).

M1+2

Nel sistema Comstock-Needham è il nome abbreviato della vena anteriore derivata dalla biforcazione della sezione basale della Media (Comstock, 1918a). Come condizione primitiva, ricorrente nei Ditteri non appartenenti agli Schizofori, questa sezione si ramifica ulteriormente originando i rami M1 e M2 (Alexander & Byers, 1981; McAlpine, 1981; Steyskal & Knutson, 1981; Webb, 1981; Kessel, 1987; Skuhravá, 1997; Chandler, 1998; Chandler & Shatalkin, 1998; Krivosheina, 2000; Amorim & Rindal, 2007).
In assenza di ramificazioni di M, condizione tipica almeno degli Schizofori, in letteratura si usa spesso indicare la sezione terminale anche con la denominazione M1+2, in alternativa a M o a M1 (Cumming & Wood, 2009).
Per alcuni Nemestrinidae, infine, Teskey (1981) fa riferimento ad un ramo terminale M1+2 derivato dalla fusione di M1 e M2 nelle loro sezioni terminali.

M2

Nel sistema Comstock-Needham è il nome abbreviato con cui si indica la seconda ramificazione, in senso antero-posteriore, della vena M (Colless & McAlpine, 1970; McAlpine, 1981; Tremblay, 1985; Matile, 1993; Merz & Haenni, 2000; Amorim & Rindal, 2007; Cumming & Wood, 2009).
In generale, è assente nei Ditteri Schizofori e in altre linee dei Cyclorrhapha (McAlpine, 1981; Cumming & Wood, 2009; Cerretti, 2010), ma in letteratura si considera talvolta fusa nella vena M1+2 (Hewitt, 1914; Cumming & Wood, 2009).
Sinonimi:
- m2 (Hennig, 1954);
- MP2 (Matile, 1993).

M3

Nel sistema Comstock-Needham è il nome abbreviato con cui si indica la terza ramificazione, in senso antero-posteriore, della vena M (Colless & McAlpine, 1970; McAlpine, 1981; Tremblay, 1985; Matile, 1993; Amorim & Rindal, 2007; Merz & Haenni, 2000; Cumming & Wood, 2009).
A causa della semplificazione della venatura alare nel corso dell'evoluzione, questa vena è del tutto assente nei Ditteri superiori, mentre è presente, come condizione primitiva, in molte linee dei Nematoceri e dei Brachiceri inferiori (Cumming & Wood, 2009).
Sinonimi:
- m3 (Hennig, 1954);
- MP3 (Matile, 1993).

M3+4

Nel sistema Comstock-Needham è il nome abbreviato della vena posteriore derivata dalla biforcazione della sezione basale della Media (Comstock, 1918a).
Questa accezione non ricorre nell'interpretazione di Comstock (1918b) e McAlpine (1981), secondo la quale M4 si fonde con CuA1 e va pertanto considerata scomparsa come condizione ancestrale.
Gli Autori che accettano l'interpretazione di Tillyard (1926) fanno invece esplicito riferimento a questa accezione, che si basa sul mantenimento di M4 e sull'assenza della biforcazione di CuA come condizione primitiva dei Ditteri (Alexander, 1927, 1929; Krzemiński & Judd, 1997; Amorim & Rindal, 2007). La denominazione M3+4 è inoltre implicitamente compatibile con la terminologia adottata da Colless & McAlpine (1970), Byers (1989) e Saigusa (2006), anche se questi Autori non ne fanno esplicito riferimento.
Tra gli Autori che adottano l'ipotesi di Comstock ricorre talvolta la denominazione M3+4 per fare riferimento ad un terzo ramo della media che si identifica con la fusione di M3 e M4 (Skuhravá, 1997; Dahl & Krzemińska, 1997).

M4

Nel sistema Comstock-Needham è il nome abbreviato con cui si indica la quarta ramificazione, in senso antero-posteriore, della vena M (Colless & McAlpine, 1970; Tremblay, 1985; Amorim & Rindal, 2007).
La presenza di questa vena come condizione primitiva nei Ditteri è controversa in quanto oggetto di due differenti interpretazioni (Hennig, 1954; Colless & McAlpine, 1970; McAlpine, 1981; Byers, 1989; Amorim & Rindal, 2007):
- Secondo l'interpretazione di Comstock (1918b), M4 si è persa perché fusa con M3 o con Cu1 (CuA1 sensu McAlpine, 1981). Data la difficoltà di accertare nel dettaglio la prima ipotesi (fusione con M3) o la seconda (fusione con Cu1) Comstock propose di omettere del tutto ogni riferimento a M4. L'interpretazione di Comstock (1918) è stata accettata da Hennig (1954) e McAlpine (1981). Hennig riteneva che m4 (Cu1 sensu Comstock (1918) e CuA1 sensu McAlpine (1981)) si sia fusa con Cu1a (CuA1 sensu McAlpine), ma nella sua terminologia fa riferimento a questa vena optando per la denominazione m4 invece di Cu1a. McAlpine condivide l'ipotesi di Hennig sulla fusione di M4 con CuA1, ma si attiene alla raccomandazione di Comstock di omettere qualsiasi riferimento terminologico a M4. La terminologia di McAlpine (1981) è ampiamente diffusa nella letteratura moderna a partire dalla pubblicazione del Manual of Nearctic Diptera (Matile, 1993; Merz & Haenni, 2000; Cumming & Wood, 2009).
- Secondo l'interpretazione di Tillyard (1926) il ramo anteriore della Cubito (Cu1 sensu Comstock (1918)) resta indiviso e la vena M4 è libera e distinta, come condizione primitiva dei Ditteri, sia dalla cubito sia da M3. L'interpretazione di Tillyard era condivisa da Alexander, che già dal 1919 riteneva errata l'interpretazione di Comstock (Alexander, 1919). In seguito fu sostenuta ancora da Alexander (1927, 1929) e da Colless & McAlpine (1970). Nella letteratura più recente, successiva alla pubblicazione del Manual of Nearctic Diptera, l'interpretazione di Tillyard è accettata da vari Autori (Byers, 1989; Krzemiński & Judd, 1997; Saigusa (2006); Amorim & Rindal, 2007).
Sinonimi:
- CuA1 sensu McAlpine (1981);
- m4 sensu Hennig (1954) (fusione di M4 e CuA1);
- MP4 (Matile, 1993).

MA

Struttura morfoanatomica posizionata alla base dell'ala, non sempre presente, che connette la base della Cubito con la base della Radio, ritenuta da alcuni Autori come una nervatura trasversa vera e propria (McAlpine, 1981) e da altri come un ripiegamento della membrana o altra struttura apparentemente simile ad una nervatura (Colless & McAlpine, 1970; Saigusa, 2006). Sulla natura e sull'omologia di questa struttura sono state formulate varie interpretazioni:
- come residuo vestigiale dell'ancestrale ramo anteriore della Media fuso con la Radio (Colless & McAlpine, 1970; McAlpine, 1981; Cumming & Wood, 2009);
- come base della media secondo Tillyard (Saigusa, 2006);
- come combinazione di una sezione basale della media con una vena trasversa che collegherebbe la media alla cubito (Comstock, 1918a);
- come struttura secondaria non associabile ad un ramo anteriore della media, del tutto assente nei Ditteri (Saigusa, 2006).
Sinonimi:
- arculus (Comstock, 1918a; Colless & McAlpine, 1970; McAlpine, 1981; Cumming & Wood, 2009);
- braccio (Colless & McAlpine, 1970; McAlpine, 1981);
- fragma (McAlpine, 1981).

mandibola

Appendice generalmente pari e simmetrica, derivata dalla modificazione del primo somite postorale (quarto somite cefalico), che concorre a formare il complesso dell'apparato boccale (Servadei et al., 1972; Tremblay, 1985). In genere è articolata in due punti del peristoma per mezzo di un acetabolo anteriore (in cui si incastra un condilo peristomale) e di un condilo, che si incastra in un acetabolo del peristoma (Servadei et al., 1872).
Nei Ditteri adulti, la mandibola è generalmente assente o rudimentale oppure non funzionale. Fanno eccezione alcuni gruppi con apparato boccale succhiatore pungente, in cui possono essere presenti mandibole falciformi o stilettiformi (Colless & McAlpine, 1970; McAlpine, 1981; Tremblay, 1991; Matile, 1993; Merz & Haenni, 2000; Cumming & Wood, 2009).

margine costale

Margine anteriore dell'ala, in genere percorso in tutta la sua lunghezza dalla Costa (McAlpine, 1981; Merz & Haenni, 2000; Cumming & Wood, 2009).

margine subgenale

Nella capsula cefalica delle larve eucefale è il bordo anteriore delle gene, in genere evidenziato da un marcato ispessimento della cuticola (Teskey, 1981; Courtney et al., 2000).
Sinonimi:
- cresta subgenale (Teskey, 1981; Courtney et al., 2000).

mascella

Appendice generalmente pari e simmetrica derivata dalla modificazione del secondo somite postorale (quinto somite cefalico), che concorre a formare il complesso dell'apparato boccale. Si incastra o si articola in un acetabolo del tratto ipostomale del peristoma per mezzo del cardine (Servadei et al., 1972; Tremblay, 1985).
Nell'apparato boccale masticatore tipico, ogni mascella è composta da uno sclerite prossimale (cardine) e uno distale (stipite). Sul lato esterno dello stipite è presente un processo su cui si articola il palpo mascellare, composto da uno o più segmenti. All'estremità distale dello stipite si articolano due lobi, uno esterno, detto galea, e uno interno, detto lacinia (Servadei et al., 1972; Tremblay, 1985).
Nei Ditteri, gli elementi che costituiscono la primitiva mascella sono generalmente ridotti o atrofici e fusi con la base della proboscide, fatta eccezione per i palpi. Solo in alcuni gruppi, ad apparato boccale succhiatore pungente sono trasformate in stiletti (Colless & McAlpine, 1970; McAlpine, 1981; Matile, 1993; Merz & Haenni, 2000; Cumming & Wood, 2009).
Diversi Autori ritengono che nelle forme provviste di mascella sviluppata, lo stiletto mascellare sia omologo della lacinia (Colless & McAlpine, 1970; McAlpine, 1981; Merz & Haenni, 2000; Cumming & Wood, 2009).

maschera facciale

Regione morfologica del capo delle larve acefale dei Cyclorrhapha, corrispondente alla faccia ventrale dello pseudocefalo, in cui è posizionata l'apertura orale funzionale (Courtney et al., 2000). In genere è caratterizzata dalla presenza di una fitta serie di creste convergenti la cui funzione è quella di indirizzare il flusso dei fluidi verso l'apertura boccale (Teskey, 1981; Courtney et al., 2000).
Sinonimi:
- lobi antennomascellari (Teskey, 1981).

media

Vedi M.

mediale

Vedi m-m.

mediastinale

Vedi cellula subcostale.

medio-cubitale

Vedi m-cu.

medio-cubitale basale

Vedi bm-cu.

medio-cubitale discale

Vedi dm-cu.

mediotergite

Sclerite toracico impari e mediano differenziato dal postnoto, nei Ditteri posizionato sotto lo scutello. La sua porzione anteriore è generalmente concava, ma può evidenziare un rilievo trasversale convesso detto subscutello, in particolare nei Tachinidae (Colless & McAlpine, 1970; McAlpine, 1981; Matile, 1993; Merz & Haenni, 2000; Cumming & Wood, 2009; Cerretti, 2010).
Sinonimi:
- mesofragma (Matile, 1993);
- metatergite (Cumming & Wood, 2009).

meiotterismo

Riduzione dello sviluppo delle ali fino alla completa assenza. Si distinguono vari gradi di meiotterismo, detti rispettivamente brachitterismo, microtterismo, subatterismo, atterismo. Quest'ultimo corrisponde allo stato di completa assenza.

melata

Escrementi fluidi ricchi di zuccheri emessi da Rincoti Omotteri. Rappresenta una base alimentare per gli insetti glicifagi in ambienti poveri di piante nettarifere.

membrana

Nell'accezione generale è una porzione non sclerificata e più o meno estesa del tegumento, in genere in corrispondenza di zone di connessione fra segmenti adiacenti (membrana intersegmentale), fra scleriti dello stesso segmento (es. la membrana pleurale) o fra segmenti adiacenti degli arti (membrana articolare) (Tremblay, 1985; McAlpine, 1981).
Riferito alla morfologia dell'ala, il termine indica l'insieme delle aree comprese fra le nervature (Colless & McAlpine, 1970; McAlpine, 1981; Matile, 1993; Merz & Haenni, 2000; Cumming & Wood, 2009).

membrana congiuntivale

Vedi membrana intersegmentale.

membrana intersegmentale

Area membranosa del tegumento che unisce gli scleriti di due segmenti adiacenti (Tremblay, 1985; McAlpine, 1981). Può essere di origine primaria o secondaria (McAlpine, 1981).
Sinonimi:
- membrana congiuntivale (Colless & McAlpine, 1970; McAlpine, 1981).

membrana pleurale

In genere fa riferimento all'area membranosa del tegumento di un segmento addominale che unisce il tergite allo sternite (McAlpine, 1981; Matile, 1993; Cumming & Wood, 2009). Il termine può estendersi anche alle aree membranose corrispondenti dei segmenti toracici (Cumming & Wood, 2009).

membrana subepandriale

Nei maschi dei Brachiceri, è un diaframma invaginato che separa anteriormente e dorsalmente l'organo copulatore e le strutture ventrali dell'ipopigio dall'epandrio e dal proctigero (Sinclair et al., 1994; Sinclair, 2000; Cumming & Wood, 2009).
Di consistenza membranosa come condizione primitiva, è una struttura ricorrente in diversi gruppi di Brachiceri inferiori, mentre negli Eremoneura tende ad essere sostituita da scleriti più o meno estesi di omologia incerta e controversa (Zatwarnicki, 1996; Sinclair, 2000). Vedi anche sclerite subepandriale e scleriti bacilliformi.

meron

Sclerite ventrale-laterale della mesopleura, posizionato tra le coxe del secondo e terzo paio di zampe (Colless & McAlpine, 1970; McAlpine, 1981; Tremblay, 1991; Merz & Haenni, 2000; Cumming & Wood, 2009; Cerretti, 2010).
Lo sclerite sarebbe derivato dalla suddivisione della coxa del secondo paio di zampe da parte della sutura anterocostale (Colless & McAlpine, 1970; McAlpine, 1981; Tremblay, 1991; Cumming & Wood, 2009).
Può fondersi superiormente con il catepimero per formare uno sclerite chiamato in varie denominazioni: meropleurite (McAlpine, 1981), meropleuron (Colless & McAlpine, 1970; Tremblay, 1991), hypopleuron (Colless & McAlpine, 1970; Tremblay, 1991).
Sinonimi:
- basicoxite (Tremblay, 1991);
- hypopleuron (Colless & McAlpine, 1970; McAlpine, 1981; Merz & Haenni, 2000; Cumming & Wood, 2009);
- meropleuron (McAlpine, 1981).

meropleurite

Sclerite laterale del torace derivato dalla fusione del catepimero con il meron (McAlpine, 1981).
Sinonimi:
- hypopleuron (Colless & McAlpine, 1970; Tremblay, 1991);
- meropleuron sensu Colless & McAlpine (Colless & McAlpine, 1970; Tremblay, 1991).

meropleuron

Termine citato in letteratura come sinonimo di meron (McAlpine, 1981) o come sinonimo di meropleurite (Colless & McAlpine, 1970; Tremblay, 1991).

mesentero

È il secondo dei tre tratti in cui si suddivide il tubo digerente, di origine endodermica, sede dei processi di digestivi veri e propri, che comprendono la digestione e l'assorbimento dei principi nutritivi (Servadei et al., 1972; Tremblay, 1985).

mesofragma

Vedi mediotergite.

mesofronte

Vedi vitta frontale.

mesolobus

Vedi cerco.

mesonoto

Tergite del secondo segmento toracico (Servadei et al., 1972; Tremblay, 1985).
Nei Ditteri forma l'intera parte dorsale del torace ed è differenziato in più scleriti (Colless & McAlpine, 1970; McAlpine, 1981; Tremblay, 1991; Merz & Haenni, 2000; Cumming & Wood, 2009).

mesopleura

Pleura del secondo segmento toracico (Servadei et al., 1972; Tremblay, 1985).
Nei Ditteri comprende gran parte della regione laterale e si suddivide in più scleriti (Colless & McAlpine, 1970; McAlpine, 1981; Tremblay, 1991; Merz & Haenni, 2000; Cumming & Wood, 2009).

mesopleuron

Vedi anepisterno.

mesosoma

Vedi edeago.

mesotorace

Secondo segmento del torace (Servadei et al., 1972; Tremblay, 1985).

metacephalon

Vedi dilatazione genale.

metameria

Suddivisione del corpo in segmenti detti metameri o somiti (Servadei et al., 1972). La metameria è detta omonoma se i segmenti sono morfologicamente simili, eteronoma se sono differenziati.

metamorfosi

Modificazione della morfologia e della struttura anatomica nel corso dello sviluppo postembrionale (Servadei et al., 1972; Tremblay, 1985).
La metamorfosi si dice completa, tipica degli olometaboli, quando lo stadio giovanile di larva ha una struttura anatomica e morfologica completamente diversa da quella dell'adulto, fatto che comporta una modificazione impegnativa della struttura corporea negli stadi pupali (Tremblay, 1985).

metapneusti

Insetti provvisti di sistema tracheale metapneustico dotato di un solo paio del solo paio di spiracoli, ubicato sull'ultimo segmento addominale (Teskey, 1981; Tremblay, 1985; Courtney et al., 2000).
Nei Ditteri, sono metapneuste le larve acquatiche o semiacquatiche di alcuni importanti gruppi di Nematoceri (Tipuloidea, Ptychopteridae, Dixidae e Culicidae) (Teskey, 1981; Courtney et al., 2000).

metatarso

Vedi basitarso.

metatergite

Vedi mediotergite.

metatorace

Terzo segmento del torace (Servadei et al., 1972; Tremblay, 1985).

miasi

Termine medico derivato dal greco μυῖα (myia, "mosca"). È adottato in medicina veterinaria e umana per fare riferimento ad affezioni causate da larve di Ditteri Schizofori che si sviluppano come zooparassiti su tessuti vivi o necrotici di ospiti vertebrati. compreso l'uomo (Zumpt, 1965). Le miasi sono "obbligatorie" se la larva deve svilupparsi necessariamente su ospiti di determinate specie, come ad esempio nel caso delle larve degli Oestridae, endoparassite di mammiferi.

micetofagia

Regime dietetico basato sulla nutrizione a spese di spore, miceli, corpi fruttiferi fungini (Tremblay, 1991; Labandeira, 2005).
Spesso si integra in un regime più complesso, che comprende anche la saprofagia, in cui il micetofago si nutre sia del fungo sia del substrato organico in decomposizione (Tremblay, 1991; Labandeira, 2005).
Sinonimi:
- fungivoria;
- micofagia.

micofagia

Vedi micetofagia.

microfagia

Regime dietetico tipico, di molte larve acquatiche, basato sull'assunzione di alghe e altri organismi microscopici e particelle organiche sospese nell'acqua o presenti sul fondo.

micropilo

Apertura nell'involucro dell'uovo attraverso la quale passano gli spermatozoi (Servadei et al., 1972).

mirmecofilia

Stretta associazione di una specie ad una comunità di formiche, generalmente improntata su relazioni trofiche di commensalismo, parassitismo o simbiosi.

monofiletico

Detto di linea evolutiva che trae origine da un'unico progenitore ancestrale e che comprende tutte le linee da esso discendenti. Ad esempio, il sottordine dei Brachycera è monofiletico a differenza dei Nematocera.

morfogenesi

Il processo sequenziale di sviluppo della forma e della struttura di un organismo, inteso come individuo o come specie (Maggenti, 2005). Il termine è riferito in particolare allo sviluppo embriologico.

MP

Vedi M.

muta

Processo fondamentale dello sviluppo degli insetti che consiste nella formazione di una nuova cuticola sotto la vecchia, destinata a distaccarsi (Servadei et al., 1972; Tremblay, 1985).
Il fenomeno è indispensabile per consentire l'adattamento dell'esoscheletro, rigido, all'incremento delle dimensioni corporee determinato dall'accrescimento (Servadei et al., 1972; Tremblay, 1985).
Il processo si attua in due fasi fondamentali, il distacco della vecchia cuticola (apolisi), seguito dalla sua rottura (ecdisi sensu stricto) (Maggenti, 2005).
Sinonimi:
- ecdisi sensu lato (Maggenti, 2005).

mutualismo

Relazione di convivenza, trofica o non, tra due organismi da cui entrambi traggono un reciproco vantaggio biologico.
Sinonimi:
- simbiosi mutualistica;
- simbiosi sensu stricto.

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