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occhio composto

Regione morfologica del capo e organo sensoriale, formato dall'insieme di numerose unità elementari fotorecettrici dette ommatidi. È situato nella parte laterale del capo e può variare notevolmente nella forma e nello sviluppo (Servadei et al., 1972; Tremblay, 1985).

occipite

Regione morfologica del capo corrispondente al lato posteriore, compresa fra il vertice e il margine posteriore degli occhi (Servadei et al., 1972; Tremblay, 1985).

ocello

Fotorecettore in grado di percepire la polarizzazione della luce e permettere l'orientamento dell'insetto nel volo anche in condizioni di cielo coperto (Servadei et al., 1972; Tremblay, 1985, 1991). Gli ocelli possono essere assenti (in genere nelle forme attere e in quelle involute) oppure presenti in numero di 1-3, in generale nella parte dorsale del capo.

olometabolia

Sviluppo postembrionale caratterizzato da profonde differenze anatomiche, morfologiche e fisiologiche tra lo stadio di larva e quello di immagine che implicano lo svolgimento di uno stadio intermedio di pupa in stato di quiescenza (Servadei et al., 1972; Tremblay, 1985). L'olometabolia è propria delle linee più evolute degli Insetti.

olopneusti

Insetti provvisti di sistema tracheale olopneustico, dotato di dieci paia di spiracoli (Teskey, 1981; Tremblay, 1985; Courtney et al., 2000).
Pur essendo la struttura di base degli Insetti, nei Ditteri, questo sistema si riscontra solo nelle larve di due famiglie dei Bibionomorpha (Bibionidae e Pachyneuridae in parte) (Teskey, 1981; Courtney et al., 2000).

oloptico

Aggettivo che fa riferimento alla conformazione del capo che presenta gli occhi estesi dorsalmente fino a congiungersi in corrispondenza della regione frontale (Colless & McAlpine, 1970; McAlpine, 1981; Merz & Haenni, 2000; Bertollo & Sommaggio, 2012).

omerale

Vedi h.

ommatidio

Unità funzionale dell'occhio composto. Negli Insetti è un elemento allungato composto da un apparato diottrico, una retinula e un apparato catottrico (Servadei et al., 1972; Tremblay, 1985).
L'apparato diottrico, disposto nella parte superiore, è composto da un sistema rinfrangente formato dalla corneola e dal sottostante cono cristallino. Associate all'apparato diottrico ci sono le cellule corneagene, che originano la corneola e il cristallino, oppure possono formare esse stesse il cristallino.
La retinula è localizzata sotto l'apparato diottrico ed è composta da 4-8 cellule sensoriali disposte radialmente intorno all'asse centrale, detto rabdoma, in cui si concentra il pigmento assorbente.
L'apparato catottrico è composto da cellule pigmentate e avvolge l'ommatidio con la funzione di filtrare i raggi incidenti.
Differenze strutturali riguardano fondamentalmente la forma e la disposizione geometrica dei tre componenti fondamentali, distinguendo la funzionalità degli occhi di apposizione e quelli di superposizione. Negli occhi di apposizione, tipici degli insetti diurni, la retinula è immediatamente sottostante al cono cristallino e l'apparato catottrico scherma completamente l'ommatidio; in questo modo ogni ommatidio riceve solo i raggi più o meno paralleli al rabdoma. Negli occhi di superposizione, tipici degli insetti crepuscolari e notturni, la retinula è distanziata dall'apparato diottrico e la schermatura da parte dell'apparato catottrico è incompleta; in questo modo ciascun ommatidio riceve anche la luce diffusa dagli ommatidi circostanti.

omologia

Origine comune (sotto il duplice aspetto ontogenetico e filogenetico) di strutture morfologiche o anatomiche presenti in differenti organismi, filogeneticamente correlati. Ad esempio, i bilancieri dei Ditteri sono omologhi delle ali posteriori degli altri Insetti. L'accertamento di un'omologia implica una relazione filogenetica fra due cladi.

omoplasia

Presenza di strutture morfologiche o anatomiche simili in organismi non correlati filogeneticamente, come adattamento secondario ad una stessa condizione. Ad esempio, le ali degli Insetti e degli Uccelli sono omoplasiche in quanto derivate da un adattamento secondario alla funzione del volo di due linee evolutive filogenticamente distanti. La presenza di omoplasie non implica pertanto una relazione filogenetica fra due cladi.
Sinonimi:
- analogia.

onnivoria

Comportamento trofico di una specie che si nutre a spese sia di vegetali sia di animali.

ontogenesi

Il processo sequenziale di sviluppo e differenziazione di un organismo, inteso come individuo o come specie, dal suo concepimento fino alla maturità (Maggenti, 2005).

opistophallus

Vedi ipoprocto.

orbite

Vedi placche fronto-orbitali.

organi del labbro inferiore

Vedi organi labiali.

organi labiali

Organi sensoriali localizzati sul lobo labiale nelle larve acefale dei Cyclorrhapha probabilmente omologhi ai palpi labiali (Courtney et al., 2000).
Sinonimi:
- organi del labbro inferiore sensu Jürgens (Courtney et al., 2000);
- organo di senso del labbro sensu Bolwig (Courtney et al., 2000).

organi ventrali

Nelle larve acefale dei Cyclorrhapha sono due piccoli organi sensoriali localizzati nella parte anteriore-laterale della maschera facciale nascosti dalle creste orali (Teskey, 1981; Courtney et al., 2000). Sono di origine mascellare e hanno probabilmente una funzione gustativa (Courtney et al., 2000).

organo copulatore

Appendice genitale del maschio, impari, strettamente associata all'ipopigio e usata nell'atto della copula per l'inseminazione. Nella maggior parte dei Ditteri è introdotto nella vagina e vi riversa il liquido seminale (sperma). La struttura anatomica cambia secondo le linee evolutive e alcuni Autori distinguono due tipi fondamentali di organi copulatori: l'edeago, tipico dei Ditteri inferiori, e il fallo, tipico di gran parte dei Brachiceri. I termini di "fallo", "pene" e "edeago" sono tuttavia usati spesso come sinonimi.
Sinonimi:
- pene.

organo di Bolwig

Nome con si indica l'occhio delle larve acefale degli Schizophora (Courtney et al., 2000). Come in tutte le larve acefale, l'organo visivo è composto da un gruppo di fotorecettori (12 in Drosophila melanogaster Meigen, 1830) localizzato sul fondo della depressione ottica, ma a differenza dei rudimentali stemmata dei Ciclorrafi inferiori, gli organi visivi delle larve degli Schizofori sono composti da cellule sensoriali prive di rabdoma, sostituito da una pila di lamelle (Courtney et al., 2000).
Per la sua semplicità, l'organo di Bolwig non ha la funzionalità di organi visivi più complessi in quanto limitata a percepire la direzione di provenienza della luce: gli studi su D. melanogaster hanno messo in evidenza il coinvolgimento dell'organo di Bolwig nei ritmi circadiani della larva e nella fototassi negativa come risposta all'esposizione alla luce.

organo di Johnston

Organo sensoriale ubicato nel secondo antennomero degli Insetti (pedicello, composto da alcune centinaia di scolopidi. È particolarmente sviluppato in alcune famiglie dei Culicomorpha. In questi ditteri, la complessa funzione sensoriale di questo organo sarebbe associata al controllo della velocità del volo (Darvas & Fónagy, 2000)

organo di senso del labbro

Vedi organi labiali.

ovario

Gonade dell'apparato riproduttore femminile, di origine mesodermica (Servadei et al., 1972; McAlpine, 1981; Tremblay, 1985; Kotrba, 2000).

ovidotto

Nell'apparato riproduttore femminile è il dotto efferente dell'ovario (gonodotto). Di origine in parte mesodermica in parte ectodermica, è composto da una sezione prossimale pari e simmetrica (ovidotto laterale) e una terminale impari (ovidotto comune) (Servadei et al., 1972; McAlpine, 1981; Tremblay, 1985; Kotrba, 2000). La parte terminale dell'ovidotto comune si differenzia anatomicamente e funzionalmente nella vagina.

oviparità

Tipo di riproduzione nel quale lo sviluppo embrionale si svolge nelle uova deposte all'esterno prima della schiusura (Servadei et al., 1972; Tremblay, 1985}}). Fra i Ditteri è la condizione più frequente (Tremblay, 1991).

ovisacco

Vedi utero.

oviscapo

In senso stretto è la parte prossimale non retrattile dell'ovopositore di sostituzione, di forma conica, triangolare o bulbosa, derivata dalla fusione del tergite e dello sternite del settimo urite (McAlpine, 1981; Kotrba, 2000). È presente nella generalità dei Tephritoidea e in alcune altre famiglie degli Acalyptratae (es. Agromyzidae).

ovopositore

Organo presente nelle femmine impiegato per la deposizione delle uova, come condizione primitiva, o, in alcuni insetti, come strumento di offesa o difesa come condizione derivata (Servadei et al., 1972; Tremblay, 1985). L'ovopositore tipico è formato dall'organizzazione di alcuni processi ventrali (valve) degli uriti 8 e 9.
In alcuni gruppi, fra cui la generalità dei Ditteri, l'ovopositore è funzionalmente sostituito da un organo formato dalla modificazione morfostrutturale degli uriti terminali (McAlpine, 1981; Tremblay, 1991; Kotrba, 2000). In tal caso si usa la denominazione di ovopositore di sostituzione.

ovopositore di sostituzione

Organo presente nelle femmine impiegato per la deposizione delle uova formato da un adattamento morfologico, anatomico e funzionale degli ultimi uriti e che surroga l'ovopositore tipico. È comunemente presente fra i Ditteri (Servadei et al., 1972; McAlpine, 1981; Tremblay, 1985, 1991; Kotrba, 2000).

Ovoviviparità

Tipo di riproduzione nel quale lo sviluppo embrionale si svolge nelle uova mantenute all'interno del corpo della madre fino alla schiusura (Servadei et al., 1972; Tremblay, 1985, 1991).

Riferimenti bibliografici

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